Oggi vogliamo parlare della nostra collaborazione Con Francesca Graziano, artista, scultrice e insegnante di scultura in un liceo umbro. I risultati di questa collaborazione sono alcuni mobili che vedono l’unione di legno massello, nuovo o di recupero, e degli inserti di linoluem inciso a mano.
Come si legge in una intervista rilasciata a Terni in Rete Francesca si definisce racconta di aver “sempre avuto la necessità di trovare il volume nelle cose”, aspetto che diventa evidente nella sua arte di incisione. Con lei abbiamo scoperto che il linoluem si presta perfettamente all’incisione e che attraverso un attento e ponderato scavare nascono volumi, texture e motivi che dialogo proficuamente con i nodi e le naturali imperfezioni del legno.
Di seguito riportiamo un testo scritto da Francesca per raccontare dal suo punto di vista la nostra collaborazione.
Produrre rassicuranti gabbie che possano contenere e nascondere, tracciare intricati labirinti in cui potersi perdere, dare vita a fitte foreste e grovigli di ingranaggi attraverso cui non passa la luce, quanto meno i pensieri: abitare i miei mondi significa allontanarsi da questo.
Un disordine ordinato che mi richiede tempo e pazienza, ma che mi offre silenzio e profonda pace.
Mobile legno e linoleum 2019 (disponibile)
Incidere il linoleum mi fa sentire un tutt’uno con lo strumento. Affilata e decisa percorro linee dritte e poi di colpo cambio direzione e poi ancora.. dietro me profondi solchi, traccia del mio passaggio e riccioli, e fili, fecondi detriti, che conservo come preziose reliquie o che trasformo, con la stessa dedizione in piccoli nidi o in fili d’erba d’un campo.
L’idea di un’opera a più mani, della compartecipazione all’atto creativo, mi ha subito affascinato ed inquietato al tempo stesso. Credo che sia stata un’esperienza significativa, che ha richiesto in tutti una certa elasticità mentale: affidare sé stessi nelle mani di un altro aspettandosi una metamorfosi di cui non si conoscono fino in fondo gli esiti o utilizzare le proprie competenze a favore di un progetto, che solo col tempo e con la fatica diventa anche nostro. Quelle poche parole, quelle tante riflessioni ci hanno condotto alla produzione di ibridi che contengono chiaramente pezzi di noi, eppure sono altro, innalzandosi grazie alla contaminazione ad opera “completa” che si sgancia dal singolo, per essere libera.
Mi era capitato in passato di poter apprezzare il vostro lavoro, non avrei mai pensato di finirvi dentro.
I miei di-segni che variano con la luce, alternanza di lisce superfici e ruvidi solchi, maniacali ricami votati all’horreur du vide, si innestano nella quiete di un legno trattato con amore e passione creativa.
Ne nascono moderni Frankenstein dove la ricerca di una forma asciutta e di una linea essenziale, valorizza e trasforma la texture ossessiva, conferendole personalità. Come personaggi perfettamente caratterizzati, questi oggetti unici, indossano come una pelle le mie linee esasperate , raccontando una storia a chi la vuole ascoltare.
Quando abbiamo visto i lavori di Francesca siamo rimasti a bocca aperta: quelle trame infinite di linee, quei favolosi paesaggi in cui è facile cadere dentro e smarrire le coordinate percettive, confondendo il dentro e il fuori, la seconda e la terza dimensione.
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