Nati dalla collaborazione con l’architetto Settimio Belelli, questi tre mobili bagno, completi di cassetti, specchiere e vari complementi d’arredo, sono una rivisitazione in chiave contemporanea di modelli classici, “vestiti” da un patchwork di legni di recupero.
La location
La loro ambientazione, piuttosto romantica, è uno splendido casale in Val d’Orcia.
Il legno di recupero
Siamo partiti dai progetti disegnati e colorati a mano dall’architetto Settimio Belelli (che oltre a essere simpaticissimo ha secondo me gran gusto e idee d’arredo veramente belle o originali) e abbiamo selezionato una serie di legni che potessero sposarsi con le tonalità “terrose” delle pareti e con i colori delle mattonelle artigianali.
É stato bello cimentarsi, dopo tanta falegnameria moderna, in tecniche di ebanisteria: modanature, rastremature, scassi a scalpello per vecchie cerniere, perfino elementi di intaglio.
La cassapanca
In uno dei tre bagni abbiamo realizzato anche una cassapanca, anch’essa citazione di modelli rurali classici e anch’essa rivestita con lo stesso patchwork di legni usato per il mobile lavabo.
Siccome costruendola mi sono ricordato di una cassapanca realizzata insieme al mio maestro di tanti anni fa Gino Meoni, ho voluto chiamarla “Gina”, in suo onore…
Nello stesso casale abbiamo realizzato, sempre su disegno dell’architetto Belelli, una piattaia in stile rurale tradizionale, ma sovvertendo completamente le regole!
Ma questa è un’altra storia.
Se vuoi leggere la storia della Piattaia in Val d’Orcia, clicca qui.
Per un approfondimento su i bagni Q21 ecco il link.