Nel 2012 , dopo aver lavorato alla progettazione e realizzazione di alcune sedie, avevamo il proposito di disegnarne una che risultasse esteticamente leggera, lavorando sulle trasparenze: abbiamo quindi pensato di usare il Plexiglass per la seduta e lo schienale.
I braccioli bassi ci hanno consentito di lavorare con due incastri sulle gambe, evitando di appesantire la parte bassa con una fascia. L’incastro laterale a tre elementi unisce schienale gamba posteriore e bracciolo, dando il motivo estetico alla sedia.
Lo schienale in plexiglass è basculante, e si adatta alle diverse posture. La prima serie di sedie “Blocco 55” è stata realizzata in rovere massello; nell’anno seguente abbiamo completato una serie di “Blocco 55” con diverse essenze: wengè, iroko, padouk, acero.
Nuovo modello progettato da Nicola. Anche questa sedie è interamente realizzata a mano, pensata per essere comoda, a metà strada tra una poltroncina e una sedia da pranzo.
La struttura è in legno massello d’acero, la seduta è in paglia di Vienna, realizzata dal nostro bravissimo impagliatore Giovanni, mentre lo schienale è imbottito e rivestito di una stoffa da tappezzeria color ruggine (ma il piano dello schienale è estraibile e intercambiabile).
A questa nuova sedia abbiamo dedicato un articolo di blog dove spieghiamo minuziosamente la nascita e la realizzazione di questo progetto.
Il tondino di ferro è come una linea nello spazio con la quale realizzare qualsiasi tipo di disegno. Il diametro della sezione del tondino viene scelta a seconda delle dimensioni dell’oggetto da creare o delle sollecitazioni che si suppone debba sostenere.
Lo abbiamo utilizzato insieme al legno massello o di recupero per realizzare molti progetti di sedie e sgabelli, strutture di lampade e gambe per mobili.
Il profilo triangolare del fianco è l’elemento centrale del disegno, e da lì si originano tutte gli altri elementi della poltrona.
La struttura del pezzo è in legno di abete e rovere. Sia i fianchi che parte dello schienale sono diventate superfici da decorare con intarsi di varie essenze: rovere, acero, noce, castagno, alcuni piallati e levigati, altri tenuti al grezzo. Poi ci sono i cuscini della seduta e dello schienale, realizzati da Alessia di Abiuno, originalissimo marchio di borse fatte a mano, che già aveva collaborato con noi per la tappezzeria di alcuni lavori.
Il cuscino dello schienale invece è fissato alla struttura grazie a due cinghie di pelle che, passando all’interno di asole scavate nel legno, si fissano tra di loro sul retro della poltrona con vere e proprie fibbie. L’effetto finale è una sorta di zainetto aggrappato allo schienale della poltrona.
I tessuti utilizzati per questi componenti sono molto particolari: si tratta di waxed canvas, spediti direttamente da storiche fabbriche inglesi. L’usura del tempo li rende sempre più belli.
“Gufo” è quindi un prototipo a doppio marchio: Laquercia21 e Abiuno; spero che questa collaborazione diventi l’occasione per approfondire uno studio sull’ergonomia e sulle possibili evoluzioni dell’oggetto poltrona, e magari, perchè no, lanciare nel tempo una piccola serie di sedute imbottite.
La ricerca che ha ispirato il disegno è guidata dall’intento di ridurre al minimo i componenti di una sedia: 4 tavole in legno massello e tre incastri. Il modello, realizzato in noce nazionale, toulipier e mogano, ricorda un trono medievale, impreziosito dagli incastri a coda di rondine che uniscono la seduta alle gambe.
Lo schienale in mogano, flessibile e leggermente inclinato, è estraibile e si inserisce a pressione in una fessura scavata nel piano.
Il disegno della sedia, basato sull’incrocio di tre linee oblique e caratterizzato dall’inconsueta piega delle gambe anteriori, ricorda il salto di un antilope. Lo schienale è basculante e comodo, le gambe posteriori che si allungano consentono di utilizzare la sedia anche in una posizione di relax.
L’ingombro non è piccolo e questo la rende adatta soprattutto ad ambienti grandi. Seduta e schienale sono realizzati in patchwork di diverse essenze. La prima collezione di sedie “Antilope” è stata realizzata in noce nazionale, acero e wengè.
La snella e lineare struttura di queste sedie è in scatolare di ferro. La verniciatura a polvere del ferro può essere colorata, ossidata o trasparente.
Data la robustezza, abbiamo utilizzato questo modello principalmente nell’arredamento di locali, variando materiali e colori delle sedute e degli schienali, e coniugando unicità dei pezzi e armonia d’insieme. Alternativa al legno (nuovo o di recupero) è l’utilizzo di sedute e schienali decorati con finiture a resina.
La serie “Pixel” nasce come progetto di riciclo di scarti di lavorazione: Quadrelli di identica sezione ma di differenti lunghezze vengono assemblati per creare tavolini e sgabelli. Il piano superiore diventa un mosaico di tessere di uguali dimensioni ma differenti colori, con effetto simile ad un’immagine digitale ingrandita a dismisura.
I “pixel” lignei sono la struttura stessa del pezzo: con le loro altezze variabili creano un movimento frastagliato che percorre tutte le superfici laterali. Le combinazioni dei colori possono essere casuali oppure a macchie.
I primi prototipi della sedia “Mobile”, risultati dai numerosi tentativi che si sono succeduti dal 2009 al 2011, hanno dato vita ad una mostra ospitata dalla galleria “Come Se” a Roma. Alcuni di questi sono rimasti nella nostra collezione personale e testimoniano la strada che ci ha portato nel 2011 a fissare un disegno soddisfacente.
Abbiamo realizzato una sedia in noce nazionale e mogano. Lo schienale è composto da due archi in legno massello molto sottile, fissati a contrasto in un telaio: l’elasticità naturale del legno funge da molla e rende lo schienale basculante, in grado di adattarsi alla schiena quando ci si siede. Negli anni successivi abbiamo realizzato nuove serie di sedia “Mobile” in diverse essenze: acero, wengè e noce nazionale.
Abbiamo iniziato a restaurare sedie vintage per arredare un locale vicino Perugia. Nella maggior parte dei casi non si è trattato di un restauro conservativo, ma di una vera e propria trasformazione: sostituzione della seduta e dello schienale e una nuova finitura. Difficilmente è possibile trovare più di due o tre sedie uguali, frequentemente vengono mischiate con altre.
Ogni sedia viene controllata e rinforzata con nuove saldature o incastri che le assicurano un nuova vita. Il senso del progetto non è quello di risparmiare riutilizzando, ma quello di offrire a delle bellissime linee industriali del passato la possibilità di competere con le sedie più moderne: a volte sembrano non avere rivali.
La possibilità di realizzare questo tipo di seduta dipende dagli scheletri e vecchie sedie che riusciamo a trovare, pertanto è un articolo che non sempre è possibile acquistare.
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Scegliete voi gli ingredienti.
Il nostro è un catalogo aperto che può fornirvi elementi utili.
Partite da un’idea già realizzata, mescolate i vari ingredienti
(forme, concetti, finiture, essenze, legni di recupero, etc.)
per arrivare al vostro progetto “su misura”.
Al resto pensiamo noi!
Realizziamo una prima bozza di progetto con un disegno in 3D
per avere una visione generale del mobile desiderato;
formuliamo inoltre delle proposte alternative
cercando il giusto equilibrio tra le richieste del cliente e la funzionalità del progetto.