Nicola e Luca sono cugini. Dopo i primi tentativi con le librerie di casa, il restauro e i mobili per la famiglia, nel 2001 si sono iscritti entrambi alla scuola per falegnami Giovanni Ottavio Bufalini, a Città di Castello. Al termine dei due anni del corso ognuno di loro ha avviato un suo laboratorio personale, Luca in Sabina, Nicola a Narni, ristrutturando il garage e le cantine della vecchia casa di sua nonna.
In questi anni hanno collaborato tutte le volte che le dimensioni del lavoro imponevano un aiuto reciproco, mentre ognuno di loro sviluppava le proprie idee e costruiva prototipi e modelli… Anni che sono serviti sia a Nicola che a Luca per collezionare tutti gli errori, le avventure e i fallimenti che un aspirante falegname deve necessariamente affrontare per poter diventare un artigiano più o meno sapiente.
Ad un certo punto i tempi erano maturi perché le loro strade si incrociassero di nuovo: hanno partecipato ad una mostra di artigianato ad Orvieto con i loro primi prototipi, e da lì hanno deciso di unirsi per dare vita ad un progetto di più ampio respiro: un solo laboratorio, più grande e attrezzato, per realizzare e proporre tutte quelle cose che fino a quel momento erano rimaste in magazzino o addirittura nella loro testa. È nata Laquercia21.
L’idea è stata da subito quella di proporre un artigianato di ricerca, che non si ponesse paletti stilistici e che attingesse, senza troppi ragionamenti, dal design, dall’arte moderna e contemporanea, da tutto quello che era in breve il loro immaginario estetico. Il tutto condito da una buona dose di ironia, per non prendersi troppo sul serio ed essere liberi di muoversi fuori e dentro gli stili.
Sono partiti da quelle che erano le loro ricerche precedenti: Luca con le sue lampade “meccano”, le sue sedie a schienali flessibili, i suoi mobili a strisce, Nicola con i suoi mosaici, i “pixel” di legno e i suoi mobili ad incastri.
Nel loro percorso di ricerca di materiali sempre nuovi, hanno cominciato ad utilizzare il legno di recupero preso da vecchi mobili “abbiamo fatto anche parecchio restauro di mobili antichi”, ed hanno sperimentato abbinamenti tra il vecchio e il nuovo. É nata in questo periodo Viola Bordeaux, la prima credenza che abbinava laccatura e legno di recupero.
Questa fase era talmente prolifica di idee, che i due hanno pensato che non sarebbe stato possibile costruire per ognuna di esse un mobile di grandi dimensioni. É nata così l’idea dei “pupazzi”, micromobili polifunzionali, ognuno diverso dall’altro, che avessero ognuno un’idea portante, quasi un loro carattere.
La serie dei pupazzi è diventata in breve il cavallo di battaglia de Laquercia21, la loro “avanguardia” artistica. La tavolozza dei materiali è da allora costantemente cresciuta, includendo ferro e altri metalli, tessuti, pezzi di componenti industriali, plastiche, plexiglass ecc.
Hanno partecipato ad alcune fiere a Roma, Firenze, Milano e sono cominciati ad arrivare, oltre agli apprezzamenti, anche gli ordini. Un nodo fondamentale è stato quello di saper trasformare le idee contenute nei nostri pezzi unici in un formato esportabile nelle case delle persone, che sono normalmente fatte di cucine, armadi, pareti attrezzate, ecc.
La formula adottata è stata perlopiù coprogettazione con il cliente, e questo ha permesso innesti continui di idee e materiali in molti casi sfociati in progetti molto interessanti come quello con Lara per la cucina in muratura e legno di recupero… Tutte le esperienze di collaborazione accrescono il bagaglio di proposte che si portano dietro.
Che cosa succede se un mobile, stanco di essere solo arredo, esce dagli show-room e dalle fiere di settore e si mostra in una galleria d’arte contemporanea, tra i pettegolezzi dei dipinti e lo sguardo scettico delle istallazioni?
Non lo sappiamo…
La galleria romana Officine Nove ha avuto la nostra stessa curiosità e ci ha invitato ad esporre i nostri oggetti nel loro spazio.
Il design visto dalla prospettiva dei mobili, l’unicità di un pezzo che si specchia nell’unicità di ognuno di noi, quando nascono amicizie, antipatie o folgorazioni. Il nostro percorso, per nulla lineare, è continuamente deviato, spezzato, indirizzato dal gusto personale dei singoli committenti che ci incontrano e inventano con noi uno stile. Nascono progetti che prendono strade diverse. Raccontare queste strade, come storie, mettendo in scena il gioco delle parti: mobili protagonisti e mobili arredo, in una sequenza di scene-ambienti, con la possibilità di venir coinvolti anche noi, nel mondo incantato delle cose.